Scendeva sorridente le scale scivolose di brina, lasciando sempre più' in alto i tetti freschi dal colore azzurrino. Aghi pungenti tra i capelli al vento riportavano al giorno che stava per nascere.
Il peso, sulla spalla destra, di parole e di sensi ancora incartati dal desiderio del nuovo, premeva a terra sulle scarpe bagnate.
Sentiva quel suono di voci già sveglie, che tanto dicevano e poco tacevano e, forse, tutt'oggi ridevano.
Salutò con ripetuta casualità quel berretto assurdo che a quell'ora dava colore al silenzio innevato.
Percorreva ancora trecento passi tremolanti, il cielo più luminoso e chiaro era freddo di orizzonte notturno.
In fondo alla via, poche auto sfilavano piano, con la saggezza di chi, certo e costante, non gioca col tempo.
E svoltava verso i sapori mattutini dei pani fumanti e sentiva ancora le grida che si rincorrevano coi profumi in mano, consapevoli del tempo veloce e del piacevole gioco.
E salutò nella fredda mattina il cane pastore che cresceva e non comprendeva il peso sulla spalla destra che, carico di suoni e sospesi, affrettava il cammino.
Saliva sorridente le scale scivolose di brina.
Le pareti calde e il profumo di grafite attendono le voci che finalmente alleggeriscono il peso.
Buona settimana!
domenica 17 gennaio 2010
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